martedì 24 luglio 2012

Confettura di albicocche e zenzero.

Soprattutto in estate, capita d’avere della frutta che, un po’ troppo matura, acquista un aspetto non molto invitante; si possono fare degli ottimi frullati, usare per la macedonia oppure per preparare dell’ottima confettura per la colazione del mattino.
Dalla  cernita quotidiana della frutta, per verificare lo stato di conser-vazione, ho separato circa un chilo di quelle albicocche acquistate, in offerta, qualche giorno prima.
Ho preparato un buona confettura che, fra circa un mese, potrò gustare a colazione; io però l’ho voluta assaggiare appena fredda e devo dire che il risultato è stato ottimo.


Ingredienti (per 3 vasetti da 250 ml)
1,2 kg di albicocche mature;
400  g di zucchero di canna;
30 g di zenzero fresco;
La buccia di 1 limone non trattato;
1 busta di pectina (Fruttapec 3:1);

1 – Preparazione.

Sbucciare lo zenzero e grattugiarlo finemente.
Lavare accuratamente la frutta, eliminare il nocciolo e tagliarla a pezzetti grossolani.
Mettere la frutta in una padella a bordi alti, aggiungere 300 g di zucchero e mescolare bene.
Lasciare a riposo per 2-3 ore mescolando ogni tanto permettendo che si formi uno sciroppo zuccherino.
Lavare bene i vasetti e i relativi tappi; metterli in forno e portare la temperatura a 150 °C.
Raggiunta la temperatura, lasciare nel forno i vasetti e i tappi per 15-20 min.
Ridurre la temperatura del forno a 80-100 °C lasciando al suo interno vasetti e tappi.

2 – Cottura.


Mettere la padella sul fuoco e portare a ebollizione.
Cuocere, a fiamma moderata, per 30 min. togliendo con un cucchiaio la schiuma che si formerà sulla superficie.
Unire al restante zucchero mescolato con il contenuto di una busta di Fruttapec 3:1 e omogeneizzare il tutto; l’utilizzo della pectina (Fruttapec) permette di avere tempi di cottura molto brevi (10-15 min. al posto delle normali 1-2 ore), ottenendo una confettura con sapore e profumo della frutta di partenza.
Proseguire la cottura per altri 15 min. controllando la consistenza della confettura con la classica “prova del piattino”; la prova del piattino consiste nel mettere un cucchiaino di confettura in un piattino, lasciare che si raffreddi e inclinare il piattino; se la confettura non scivola giù, è pronta da invasare, altrimenti continuare nella cottura controllando la consistenza ogni 5 min.

3 - Presentazione.
Utilizzando un guanto da forno, prendere un vasetto, riempirlo con la confettura sino al bordo. Avvitare il tappo ben stretto e capovolgere il vasetto a testa in giù.
Questa operazione permetterà, una volta che la confettura si sarà raffreddata, di creare il “sottovuoto” nel vasetto.
Conservare in luogo fresco e asciutto per un mese prima di consumare la confettura.









Marmellata, confettura, gelatina, composta.
Il nome marmellata deriva dal portoghese "marmelo", ovvero mela cotogna.
Si sa dal ricettario romano attribuito ad Apicio, e risalente al IV-V secolo dopo Cristo, che già i Greci usavano bollire le mele cotogne (in greco melimelon, mela di miele) con il miele, per ottenere una conserva.
Il principio delle tre preparazioni è identico. Il risultato varia, però, leggermente. Nella terminologia attuale con marmellata si intende una crema cotta di zucchero e agrumi a pezzetti (limone, arancia, mandarino, e più raramente di pompelmo, clementina, cedro e bergamotto).
La confettura indica la stessa preparazione riferita agli altri tipi di frutta.
La gelatina di frutta viene prodotta con zucchero e succo della frutta, senza polpa o buccia, ed è maggiormente usata in pasticceria per apricottare i dolci prima di glassarli. Compare anche come ingrediente di salse dolci.
La legge prevede che la percentuale di frutta non debba scendere, in ogni caso, sotto il 20%.
Marmellata, confettura o gelatina vengono definite extra se il tenore di frutta è di almeno il 45% e solitamente ne hanno il 35% o 40%.
La composta di frutta si distingue dalla marmellata per il maggior contenuto di frutta e conseguentemente il minor quantitativo di zucchero aggiunto. La percentuale di frutta deve essere, per legge, superiore al 65%.

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