venerdì 1 maggio 2015

Marmellata di arance e noci.

L'uva passa (chiamata anche uvetta o uva sultanina) è uva sottoposta a un procedimento di essiccazione. Viene ricavata dall'uva sultanina, una varietà di vite usata prevalentemente per produrre l'uva passa in quanto, essendo priva di semi e ricca di zuccheri si presta bene a questo scopo. Può essere mangiata così com'è o utilizzata per cucinare, specialmente dolci.

Uva passa.

L'uva passa è molto dolce per l'elevata concentrazione di zuccheri. Se viene conservata per lunghi periodi gli zuccheri si cristallizzano all'interno degli acini. Ciò rende i frutti 'sabbiosi', ma non incide sull'utilizzabilità del prodotto: per decristallizzarla è sufficiente immergerla per qualche minuto in un liquido (alcol, succo di frutta o acqua bollita) al fine di sciogliere lo zucchero. Nel caso si desideri farle acquisire morbidezza, ossia ottenere una parziale reidratazione degli acini, per l'uso in cucina e pasticceria, va immersa solo in acqua, in quanto l'uso di liquori a forte gradazione alcolica impedisce la reidratazione.
La varietà a chicchi più piccoli e neri, ricavata dal cultivar Corinto Nero (Vitis apyrena L.) è detta uva o uvetta di Corinto e, negli USA, Zante currants (uvetta d Zante). 
L'uva sultanina è una varietà d'uva di origine greca, turca o iraniana e particolarmente nota per il fatto che viene utilizzata, attraverso un processo di essiccazione, per ottenere l'uva passa.
È un'uva bianca caratterizzata dal possedere acini piccoli, senza semi ed alto contenuto di glucidi. Gli acini si presentano di colore verde chiaro sebbene, giunti ad un elevato grado di maturazione, possano assumere una colorazione ambrata ed un elevato grado di contenuti zuccherini. 
L'uva era tradizionalmente importata nei paesi anglosassoni dai territori dell'impero ottomano, da cui il collegamento del nome dell'uva con la figura del sultano. In base alla tradizione dell'impero ottomano, il nome dell'uva fu inventato dopo che il sultano fu costretto a lasciare esposta al sole l'uva per sfuggire ad un attacco di una tigre, da cui derivò il nome sultana.

Uva sultanina.

Attualmente la Turchia e l'Australia sono i maggiori produttori di questa uva.
Negli Stati Uniti l'uva sultanina è conosciuta anche con il nome di Thompson Seedless, dal nome di William Thompson, il primo viticoltore a coltivarla in California.
L’uva passa fa bene proprio a tutti. Non è soltanto un alimento comodo da portare con se ma è anche un ottimo alleato per coloro che praticano sport in quanto è un’ottima riserva energetica che va dunque a favorire l’attività motoria.
Come? Grazie alle proprietà contenenti all’interno come i carboidrati per dare al fisico posto sotto stress una maggiore energia ed il potassio per migliorare la prestazione favorita dalla presenza di glucosio utile soprattutto ad evitare i crampi.
Le sue proprietà nello specifico sono:
- proprietà depurativa;
- proprietà disintossicante;
- proprietà tonificante e ricostituente.
Inoltre la sua assunzione è ottima negli anziani perché combatte l‘ipertensione, l’arteriosclerosi, l’artrite e gotta. Inoltre è anche un ottimo lassativo e stimolante della diuresi. Insomma fa proprio bene a tutti.
L’uva sultanina ha un valore calorico che si aggira intorno alle 60-80 calorie per ogni 100 gr.

Uva passa.

Pensate alla sua comodità: facile da trasportare, non necessita di conservazione speciale ed è una riserva energetica preziosa per chi fa sport. È l’uva passa, un alleato degli sportivi e un ottimo complemento per la dieta di chi fa attività fisica anche a livello amatoriale. 
L’uva passa oltre ad essere uno snack salutare utilissimo al nostro organismo in quanto è un alimento ricco di antiossidanti volti a prevenire le malattie cardiovascolari può essere il rimedio naturale volto a favorire la salute dei nostri denti.
Recenti ricerche infatti hanno constatato l’utilità della masticazione dell’uva passa, dovuta alle sue proprietà antibatteriche, per contrastare la carie. Una masticazione lenta dell’uva passa inibisce infatti lo sviluppo di alcuni tipi di batteri che attaccano il cavo orale per proteggere la salute dei nostri denti. 
Esistono in commercio diversi tipi di uvetta:

  • uva sultanina: piccola e dolce, dal colore biondo-dorato, senza semi, si trova più comunemente;
  • uva di Corinto, piccola, bluastra, senza semi, importata di solito dal Medio Oriente;
  • uva "di Smirne", grossa, scura, anch'essa senza semi;
  • uva “di Malaga", grossa, chiara, con pochi semi.

Le varietà "sultanina" e "Malaga", vengono prodotte anche in Italia.
L’uvetta in cucina può essere utilizzata per piatti dolci, ma anche per preparazioni salate. Nei dolci la troviamo spesso nei biscotti, nelle ciambelle, nei ripieni (strudel), nelle frittelle, e anche nel famosissimo Panettone.
Molte cucine regionali inseriscono l’uvetta in piatti salati, come in Sicilia (in diverse ricette con le sarde e lo stoccafisso) e in Campania (in molte ricette col baccalà), Veneto (sarde in saor) e Liguria (in molte preparazioni assieme ai pinoli).
L'uva sultanina si raccoglie a settembre e viene fatta essiccare al sole, dopo di ché assume il caratteristico colore bruno.
Oltre che secca può essere conservata in vari modi sia in marmellate che gelatine, oppure sotto spirito. L’uvetta è un’ottima fonte di potassio, fibre, calcio e ferro.

Il periodo delle arance sta per finire; infatti, la stagionalità questo fantastico agrume va da ottobre-novembre sino a marzo-aprile. Anche se, in un’economia globalizzata come la nostra, è possibile reperire questo frutto per quasi 10 mesi all’anno, io preferisco consumare arance durante il periodo invernale: da novembre a marzo in cui si trova il prodotto migliore ad un prezzo più contenuto.
Per poter usufruire più a lungo della bontà di questi frutti, un metodo è quello di preparare delle marmellate da consumare alla mattina per colazione.
L’idea di questa marmellata l’ho avuta dopo aver visto la trasmissione di Benedetta Parodi (I Menù di Benedetta) del 26/11/2012; mi è piaciuta, l'ho provata e, con qualche modifica, la propongo oggi.

Marmellata di arance e noci.

Ingredienti (per 4 vasetti da 250 ml) 
1 Kg di arance non trattate; 
400 g di zucchero di canna;
120 g di uva passa o sultanina;
80 g di gherigli di noci;
2 mele renetta;
50 ml di rhum.

1 – Preparazione.
Sgusciate le noci e tritate grossolanamente i gherigli ottenuti.
Mettete l'uvetta nell'acqua tiepida con il rhum e lasciate in ammollo per almeno 1 ora.
Con l’ausilio di un pelapatate, pelate 2 arance avendo l’accortezza di prelevate solamente la parte arancione. Tagliate le bucce, così ottenute, a striscioline sottili.
In un padellino, portate a bollore 2 bicchieri d’acqua; immergete le scorzette d’arancia e fate bollire per 2-3 min.; scolatele e, dopo aver portato a ebollizione altri 2 bicchieri d’acqua, rimettete le scorzette e fate bollire per altri 2-3 min.
Ripetete questa operazione per altre 2 volte mettendo poi da parte le scorzette.
Prendete tutte le arance, pelatele a vivo in modo da eliminare tutta la parte bianca della buccia ed eliminando anche i semi.
Trasferite le arance in una pentola con le mele tagliate a dadini, metà dello zucchero di canna, mescolate bene e lasciatele macerare a per almeno un’ora.

2 – Cottura.
A questo punto accendetela fiamma e, raggiunto il bollore, cuocete per 20-30 min.
Trascorso il tempo indicato, togliete il tegame dal fuoco e, utilizzando un passaverdura setacciate tutto in composto; aggiungete le scorze d’arancia (messe da parte), l’uvetta strizzata, il restante zucchero, portate nuovamente a bollore e fate cuocere per altri 20-30 min. Questo tempo potrà essere allungato, a vostro piacimento, in funzione della consistenza che desiderate ottenere per la marmellata finale: più lungo sarà il tempo di cottura più compatta risulterà la marmellata.
Unite a questo punto anche le noci tritate in maniera grossolana e fate saltare per 5-10 minuti a fiamma alta.
Trasferite poi la marmellata bollente nei vasetti, puliti e sterilizzati, poneteli capovolti su un tagliere e lasciandoli in questa posizione per almeno una notte.

3 - Presentazione.
Se possibile, lasciate riposare il vostro composto per 40 giorni prima di aprirli e mangiare la marmellata in modo da ottenere il mix. di sapori ottimale.



Nessun commento:

Posta un commento